Bambini e morsi: cosa fare?
- Elena Antonutti
- 23 lug 2022
- Tempo di lettura: 2 min

Presto o tardi arriva per tutti i bimbi la “fase dei morsi”, sia per quelli che frequentano il nido che per quelli che vivono con la mamma, i nonni o la babysitter.
Iniziamo parlando del significato del morso nelle diverse età: nel primo anno di vita il bambino porta tutto alla bocca e il morso diventa uno dei modi per scoprire e conoscere tutto ciò che lo circonda; dopo l’anno può essere un modo per attirare l’attenzione su di sé o per esprimere un’emozione negativa ad esempio la frustrazione (quando non può avere ciò che vuole); dopo i tre anni viene utilizzato per esprimere rabbia o per spaventare i pari.
Ricordiamoci che mordere è un’attività fisiologica del bambino, ma dopo i 24-30 mesi, se ripetuta frequentemente, può essere il campanello d’allarme che qualcosa non funziona.
Ecco alcuni consigli su cosa fare se vostro figlio morde:
Non restituite il morso
Non lasciatevi mordere, lo interpretano come un gioco
Fategli capire che non accettate il morso, ma che avete capito l’emozione che ha provato, verbalizzandola (ad es: sei arrabbiato perché non puoi avere quel gioco.)
Interrompete il morso con un NO fermo e deciso guardandolo negli occhi (i piccoli percepiscono molto di più come diciamo le cose piuttosto che il contenuto esposto)
Cercate l’unione tra adulti: il comportamento nei confronti del bambino dovrebbe essere lo stesso; tra educatrici di nido, genitori, della baby sitter e dei nonni, è fondamentale la concordanza del messaggio
Cercate di capire quali situazioni in particolare scatenano il morso (gelosia, necessità di attenzioni, rabbia), studiando gli antecedenti del morso stesso (cosa è successo prima?) per cercare di prevenirlo
Fornite al bambino un’alternativa al mordere
Ringrazio le psicologhe e logopediste di Centro Contatto per l'articolo!
Per avere maggiori informazioni, scrivete a questa email: centrocontatto.info@gmail.com
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